Farmaci Gastroprotettori: sono sempre davvero così utili e privi di rischi?

I farmaci inibitori della pompa protonica (IPP), i cosiddetti gastroprotettori (pantoprazolo, omeprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo) sono tra i presidi farmacologici più prescritti dai medici occidentali, con una stima attuale di circa 6 milioni di confezioni annue vendute solo in Italia ed una spesa di 44 milioni di euro. Tuttavia, si calcola che circa il 40% di queste prescrizioni sia inappropriato.

Ma cosa fanno in pratica questi farmaci? La loro azione è quella di ridurre significativamente la produzione di acido cloridrico da parte dello stomaco; pertanto, sono utili in presenza di ulcere gastriche e duodenali, nelle esofagiti da reflusso (vere e proprie lesioni a carico dell’esofago), oppure in caso di assunzione prolungata di farmaci antiinfiammatori, dannosi per la mucosa gastrica (aspirina, ibuprofene e altri); ovvero in tutti quei casi in cui l’acido andrebbe a peggiorare una lesione infiammatoria già esistente. Anche in questi casi, tuttavia, l’assunzione degli IPP dovrebbe essere limitata ad alcune settimane dato che, una volta portate a cicatrizzazione le lesioni ulcerose non vi è, nella maggior parte dei casi, la necessità di prolungare il trattamento, se non in casi particolari che andranno valutati dal medico (il quale dovrebbe essere sempre aggiornato circa gli effetti collaterali di ciò che prescrive). Eppure, gli inibitori della pompa protonica vengono spesso indicati come terapia per mesi, se non per anni, unicamente in presenza di sintomi quali acidità di stomaco, digestione lenta o reflusso acido saltuario, tutte condizioni molto ben gestibili mediante l’assunzione di prodotti fitoterapici naturali, esenti per lo più da qualunque effetto collaterale.

Purtroppo, l’assunzione prolungata degli inibitori di pompa protonica è associata ad effetti collaterali importanti e allo sviluppo di diverse patologie, anche gravi. In particolare, diminuendo drasticamente la produzione di acido cloridrico, anche solo per poche settimane, viene sensibilmente ostacolato l’assorbimento del ferro e della vitamina B12 (elementi fondamentali per il buon funzionamento del nostro organismo), i quali necessitano di un ambiente acido per poter essere assimilati dopo essere stati ingeriti con gli alimenti. Inoltre, dal momento che la digestione delle proteine che assumiamo con la dieta avviene principalmente ad opera dell’acido cloridrico, una diminuzione di quest’ultimo porterà alla persistenza di molecole di cibo proteico maldigerito a livello intestinale, con conseguente alterazione dell’equilibrio a carico di questo sistema e ad un aumento della putrefazione e della fermentazione (cosiddetta disbiosi intestinale). Per di più, se vi è una produzione di acido gastrico insufficiente, viene a mancare il meccanismo “principe” con cui disinfettiamo il cibo e questo dà modo a miliardi di batteri presenti negli alimenti che ingeriamo, di raggiungere indisturbati l’ambiente intestinale, peggiorando così il suo già precario equilibrio.

Tra i pazienti che assumono per lungo tempo gli inibitori di pompa protonica è stato segnalato, inoltre, un aumento significativo del rischio di patologie gravi, tra cui il cancro gastrico, la demenza precoce, la malattia di Alzheimer, aritmie cardiache e fratture ossee. Lo sviluppo di alcune di queste condizioni sembra essere in parte correlato alla drastica diminuzione dell’assorbimento di elementi essenziali quali magnesio e calcio, nonché al deposito di molecole proteiche nel tessuto cerebrale (la cosiddetta amiloide).

In conclusione, possiamo dire che sarebbe bene limitare l’assunzione degli IPP a particolari condizioni patologiche che devono necessariamente essere gestite dal medico; nei casi di reflusso acido, digestione lenta, bruciore allo stomaco, soprattutto se questi sintomi sono periodici, oppure in assenza di una diagnosi certa di patologia specifica, è più saggio ricorrere a medicamenti naturali, rivolgendosi ad un medico che si occupi anche di medicina naturale.

 

 Dr. Claudia Cucino

Medico Chirurgo, Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva Esperta in omeopatia e fitoterapia.

Ti potrebbero interessare anche

26.06.2024

Meno fluoro? Si, grazie!

Tutti noi siamo portati ad associare il fluoro ad un minerale salutare e che aiuta a combattere la carie. Del...

13.06.2024

L’avvincente storia della vit K2

Pur essendo numerosi, i lavori sulla vit K2, sono poco conosciuti Le vitamine K sono divise in 3 gruppi: •...

23.05.2024

L’importanza della vitamina D

Le vitamine D e K2 sono chiamate le “vitamine dei 100 anni” Forse è un’esagerazione, ma poche vitamine hanno caratteristiche...

23.05.2024

Candida intestinale: un ospite da tenere sotto controllo

Quanti di voi, quando sentono parlare di Candida, pensano ad un’infezione ad appannaggio esclusivo dell’apparato riproduttivo femminile? Bene, non è...

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Inoltre, questo sito installa Google Analytics nella versione 4 (GA4) con trasmissione di dati anonimi tramite proxy. 

Prestando il consenso, l'invio dei dati sarà effettuato in maniera anonima, tutelando così la tua privacy. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: